VEDERE OLTRE L’OBIETTIVO: un viaggio tra realtà e poesia

Nell’articolo “I 5 SENSI: porte magiche verso la felicità” abbiamo esplorato il senso della vista come un potente mezzo per registrare infinite informazioni visive e costruire il racconto della nostra vita. Ma i tuoi occhi possono essere anche una porta, intimamente collegata con il cuore, per sentire chiaramente chi sei, la realtà che ti circonda e fornirti uno sguardo interiore che ti supporta nella crescita personale.

Oggi Siddhi incontra un’amico speciale: il regista Roberto Pelitti. La sua è una testimonianza autentica che rivela cosa significa “sentire” attraverso gli occhi. 

In “Vedere oltre l’obiettivo: un viaggio tra realtà e poesia” racconta come osservare attraverso un obiettivo sia uno dei modi possibili, un altro punto di vista, per immergerti nell’anima della realtà che vivi. E come sia anche una grande opportunità per creare “piccoli contributi di felicità” per te e per gli altri.

“Il lavoro che svolgo da moltissimi anni è stato come una porta magica per indagare la realtà. Soprattuto la realizzazione di alcuni documentari mi ha permesso di creare una profonda connessione tra me stesso e il mondo che mi circonda, facendo esperienza di una meditazione continua e attiva. Le telecamere possono catturare molto più di quello che si vede all’apparenza: sono specchi delle nostre anime. Con il tempo ho imparato che per catturare autenticità e profondità, occorre però spogliarsi dell’ego, abbandonare preconcetti e aprirsi all’ambiente circostante. Solo così le sensazioni e le emozioni possono fluire e trasformarsi in un racconto visivo che supera i confini del comune documentario “furbo”. Aprendoci possiamo riflettere il mondo per quello che è veramente: un universo di emozioni, storie, e speranze indissolubilmente legate, che aspettano solo di essere rivelate attraverso l’occhio sensibile del regista.

Lasciarsi andare nella realizzazione di un documentario, soprattutto quando ci si trova in zone del mondo difficili, potrebbe essere considerato poco professionale. Solitamente tutto va programmato rigorosamente per non sprecare energie e risorse, ma è l’unico modo per raggiungere l’essenza della realtà che ci circonda e che si vuole raccontare. Le emozioni che si intrecciano con le storie che raccontiamo, creano un legame profondo e unico con le vite degli altri e con noi stessi.”

Solo attraverso un’immersione totale si può sentire l’eco di ciò che accade, dentro di noi.

Per aiutarti a sentire quello che ha compreso con il suo lavoro e cosa significa raccontare la realtà attraverso le immagini senza i filtri della propria personalità, Roberto, condivide un’esperienza molto particolare. 

“Nelle terre lontane del Kenya e di Haiti, ho intrapreso un viaggio documentaristico che ha cambiato il mio sguardo sul mondo e sul mio animo. Con l’amico d’infanzia e regista Fabio Ilacqua, avevamo il compito di raccontare un progetto umanitario, chiamato “Piccolo Fratello” che mirava a migliorare le condizioni di vita dei bambini che vivono spesso abbandonati negli “slum”, cercando di condurli, a condizioni di vita normali, umane e speranzose di una svolta per il futuro. E questo solo grazie alla tenacia, all’amore e al grande lavoro, svolto dagli operatori locali. Ci siamo avventurati in zone degradate, dove la miseria danza con la speranza e l’umanità lotta per emergere tra sporcizia, droga e pericoli imminenti. Eppure, in queste terre sconvolte, ho trovato poesia, ho trovato verità e amore.

La videocamera si è via via trasformata da oggetto meccanico ad un’estensione dell’occhio. Guidata non dalla mia mano ma dal cuore. Mi sono lasciato andare, abbandonandomi a ciò che accadeva attorno a me, come se fossi un semplice osservatore della danza della vita. Ho imparato a vedere oltre le apparenze, oltre la sporcizia e la miseria, per scorgere il vero cuore delle persone, le loro storie, i loro sogni.”

Roberto prosegue nel suo racconto:

Tra tutti i momenti che ho vissuto, ce n’è uno che mi ha segnato profondamente. In Kenya, ho intravisto un bambino nel cuore di uno slum, circondato dalla desolazione e dall’abisso della droga. Ho deciso di filmarlo con un piano sequenza di parecchi minuti, ipnotizzato dalla sua danza disordinata e fuori dal tempo tra il degrado generale. Non ho capito subito la potenza di quella ripresa. Quando la rividi settimane dopo, mi colpì come un fulmine. Non c’era bisogno di parole; il bambino parlava con il suo sguardo, con le sue azioni, con il suo smarrimento. Raccontava tutto: tristezza, gioia, bellezza. Era una poesia cruda e autentica, una verità che sfidava le definizioni.

Le immagini catturate, sono state il mezzo per interiorizzare e trasmettere un messaggio di autenticità. Il “vedere” si è trasformato in “sentire”. Il pubblico che, una volta tornati, le ha viste ha risposto con commozione, testimoniandoci di aver avvertito la poesia e la verità nelle nostre opere.

Il progetto ha generato un’altra trasformazione. Fabio ed io abbiamo unito i nostri sguardi in un affresco emotivo, scavando dentro di noi per riconoscere le sfumature più profonde, questo ci ha donato un legame umano ancora più forte, rendendo i nostri cuori e le nostre visioni intrecciate, come le trame di un film che narra le emozioni dell’anima.“

Grazie Roberto per esserti aperto a questa condivisione così intima e personale. In piena sintonia con Siddhi, la tua esperienza rivela il senso del viaggio che ci accompagna ogni giorno nella ricerca di: connessione, ascolto e autenticità

La visione consapevole

Per esercitarti ti lascio una breve pratica con cui fare esperienza, bastano pochi minuti e puoi farla ovunque e ogni volta che vorrai.

  • Ogni giorno trova del tempo per contemplare il panorama, puoi farlo anche dalla tua finestra o ovunque ti trovi.
  • Osserva quello che vedi, le auto che passano, le persone che camminano, gli uccelli che volano, gli alberi, il mare, quello che c’è.
  • Guarda come se fosse la prima volta. Presta attenzione alle diverse forme, come se stessi esplorando una nuova realtà.
  • Non fissarti su una sola cosa. Mantieni una visione d’insieme, con leggerezza.
  • Poi, concentrati sul punto più lontano.
  • Accetta e lascia che sia, così all’esterno come all’interno, gli occhi si rilasseranno e sentirai un nuovo spazio crearsi dentro di te.
  • Connettiti, “guarda” e “senti” cosa accade.

Puoi seguire Roberto Pelitti su Youtube e scoprire chi è in Ti presento

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